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Strade di Libertà

La Storia

Questo viaggio nel Veneto Orientale racconta, solo in parte, ciò che avvenne in questo territorio durante la Guerra di Liberazione. Nasce dalla necessità di unire, come un filo, le molteplici storie vissute in questo territorio ampio e dagli ambienti molto diversi. Ci sembrava che la “vastità” del territorio annacquasse l’asprezza della lotta, il valore del sacrificio di donne e uomini resistenti, e abbiamo voluto tentare di stringerli in un abbraccio, un anello, perché la loro memoria non venga dispersa. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti anche noi, in questo racconto, con la “vastità” dei luoghi, obbligandoci a farne un racconto parziale, al momento, dettato da necessità pratiche, quali contenere le distanze, e con le risorse economiche. Siamo certi che riusciremo a completare la presentazione dei fatti documentati che, negli anni dell’occupazione nazifascista, videro protagonisti uomini e donne in lotta per la Libertà. Nel tracciare gli itinerari abbiamo utilizzato i testi: “Un soffio di libertà – La resistenza nel Basso Piave” di Morena Biason, “I luoghi della libertà – itinerari della guerra e della Resistenza in provincia di Venezia” a cura di Marco Borghi, “San Stino – tra storia e memoria” a cura di Lucia Antonel, che ci hanno restituito la memoria dei fatti avvenuti in questi luoghi. La descrizione degli eventi, come riportato nelle singole schede, è stata riprodotta utilizzando il progetto di ricerca ANPI – INSMLI “Atlante delle stragi nazifasciste“.

“Questi territori fanno rivivere i luoghi, li fanno parlare e rendono curiosi gli occhi di chi li attraversa. È un viaggio lungo lo spazio e il tempo dei luoghi della Resistenza, dal Piave al Tagliamento. Dentro a questo spazio, tra acque fluviali, salmastre lagunari e il declinare della campagna veneta, incontriamo i segni degli eventi e delle azioni che hanno posto resistenza al nazismo e al fascismo dal 1943 al 1945. Nella zona che va da San Donà di Piave a Fossalta di Portogruaro, i due percorsi ci guidano a scoprire cruenti eventi di quel tempo e a guardare negli occhi e nei volti chi li ha resi storici.

In riferimento ai tempi e ai luoghi, San Donà e Portogruaro erano i capisaldi della resistenza nel Veneto Orientale.

Dopo l’annuncio ufficiale dell’armistizio avvenuto l’8 settembre 1943 che provocò lo sbandamento dell’esercito, si venne a creare una situazione confusa. Subito dopo i tedeschi arrivarono a San Donà e, in contrasto a questo, fu affidato dal Comitato di Liberazione il comando per l’azione militare al maggiore Attilio Rizzo. Nella primavera successiva, prese slancio il Movimento partigiano al quale si unirono illustri sandonatesi, come Silvio Trentin, Aldo Damo e Celeste Bastianetto. Il maggiore Rizzo costituì il battaglione Eraclea, mantenendo sempre i contatti con altri raggruppamenti della zona e collaborando con la missione alleata Argo; questa aveva il compito di raccogliere informazioni sulle forze armate tedesche in Veneto e stabilire un collegamento tra i comandi militari partigiani e il comando alleato, ma si concluse tragicamente nell’agosto del 1944 e in seguito vennero arrestati e deportati in Germania i suoi collaboratori, tra questi il maggiore Rizzo, che non fece più ritorno.

Nella zona di Portogruaro, l’8 settembre 1943 scoppiano un po’ ovunque manifestazioni collettive di rivolta al fascismo, mosse da azioni diverse: per opposizione alla dittatura e alla Repubblica sociale italiana, e per aver visto gli orrori degli eventi bellici in cui il fascismo aveva portato tanti giovani. Durante il periodo dal ‘43 al ‘45, molte famiglie del portogruarese nascosero nelle loro case ebrei in fuga e prigionieri dei vari eserciti alleati. Figura di riferimento per la popolazione portogruarese molto spesso è un sacerdote, don Lozer, già perseguitato dal fascismo nei primi anni del Novecento.

Queste circostanze danno origine a dei gruppi di giovani che intraprendono la via della Resistenza e della lotta armata; in seguito a questo, avvengono degli eccidi che non possono lasciare indifferenti, come l’eccidio di Torlano, che stermina nove componenti di una famiglia di portogruaresi in Friuli, oppure l’eccidio di Blessaglia, con l’uccisione di dieci giovani partigiani, impiccati ai platani lungo la via Postumia. Emblematico il caso del povero indiano, un aviatore paracadutato inglese colpito a morte a Vado, per il quale l’autorità fascista aveva negato la sepoltura e per questo avvenne una sollevazione da parte dell’intera popolazione locale, che causò alcuni arresti tra i dimostranti.”

– Flavia Furlanetto, Imelde Rosa Pellegrini, Ugo Perissinotto e Giorgio Soncin da “I luoghi della libertà – itinerari della guerra e della Resistenza in provincia di Venezia” a cura di Marco Borghi 

Quelli citati sono i casi emblematici, ma nelle campagne del territorio si sono verificati in gran quantità di altri casi di resistenza, interpretati spesso da singoli cittadini, da famiglie contadine, da partigiani e molto spesso da parroci delle parrocchie locali.


Sandonatese

Antonio Gabbana “Cicca”

02/04/1945, San Stino di Livenza

Staffetta partigiana, morì a soli 15 anni per lo scoppio di una bomba a farfalla rinvenuta lungo le rive della Livenza. Il giovane Antonio, sapendo della pericolosità dell’ordigno per i bambini, lo raccolse con l’intento di gettarlo nel fiume; in quel mese l’erba delle rive era molto alta e inavvertitamente toccò con il piede un altro ordigno che scoppiando lo ferì alle gambe, all’addome e al volto. Soccorso prontamente da una vicina famiglia di contadini, ebbe appena il tempo di consegnare un importante messaggio che teneva custodito in un calzino. Morì poco dopo.

 

 

 

 

 

 

 

Franco Zanon

26/04/1945, La Salute di Livenza

Comandante del battaglione Peruch della Brigata Pellegrini. Il 26 aprile 1945 attaccò da solo un plotone di cosacchi in ritirata e cadde falciato da una raffica di mitra nell’attuale via Veronese.

 

 

 

 

 

 

 

 

Isetto Buoso “Sirio” – 06/09/1915, Caorle

Bruno Salvador “Dardo” – 07/08/1919, San Stino di Livenza

26/04/1945, San Giorgio di Livenza

Dopo essere stati catturati dai tedeschi insediati nell’azienda Romiati, vengono seviziati, mutilati e gettati nel canale Brian avvolti nel filo spinato.

 

 

 

 

Isiclo Selci – 11/11/1914, Caorle

26/04/1945, San Giorgio di Livenza

Caduto per proteggere i compagni in ritirata durante l’attacco al comando tedesco vicino all’azienda De Castello, che aveva sede poco distante nell’azienda Romiati.

 

 

 

 

 

 

 

 

Don Fausto Moschetta – 1893, Sernaglia della Battaglia (TV)

31/03/1980

Il popolare sacerdote combatté tra gli arditi nella grande guerra e fu più volte decorato. Parroco per oltre 30 anni a San Giorgio di Livenza, fece parte della resistenza collaborando con la missione Nelson, aiutando i prigionieri alleati ad imbarcarsi nei sottomarini e fornendo informazioni ai servizi segreti Anglo-Americani, col nome in codice “Pippo dai capelli bianchi”.

 

 

 

 

 

 

Bruno Tamanini “Giulio Valica” – 24/09/1921, Telve (TN)

30/04/1945, San Giorgio di Livenza

Carabiniere antifascista. Era appostato sul ponte di Valle Salici, località San Giorgio di Livenza, con un fucile mitragliatore nell’intento di fermare gli invasori in ritirata; trovò la morte perché colpito da una raffica di mitra alla testa sparata dai tedeschi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ferdinando Dal Ben – 1915, Chiarano (TV)

06/09/1944, Passarella

Contadino partigiano. Venne catturato dalle Brigate nere sandonatesi il 5 settembre 1944. Il giorno dopo venne fucilato sulle barene della “Piavesella”, in località Passarella.

 

 

 

 

 

 

Musile di Piave – Atrio municipio

Targa commemorativa di sette partigiani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Matteo Corritore – 17/07/1920, San Giovanni Rotondo (FG)

Agostino Visentin – 27/05/1921 Musile di Piave

09/08/1944, San Donà di Piave

Il 7 agosto 1944 un gruppo di partigiani effettuò un’azione di disarmo di un piccolo gruppo di militari del battaglione San Marco; dopo uno scontro a fuoco con reparti della GNR e delle SS, vennero
catturati i due partigiani che furono interrogati, seviziati e, il 9 agosto 1944, fucilati a San Donà di Piave nei pressi del municipio. La fucilazione avvenne senza dar loro il conforto di un prete e una degna sepoltura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gustavo Badini – 10/09/1909 Zenson di Piave (TV)

Bruno Balliana – 1926, San Donà di Piave

Angelo Bonfante – 1918, Monastier (TV)

Giuseppe Scardellato – 1923, Monastier (TV)

10/12/1944, San Donà di Piave

Senza nessun motivo questi partigiani vennero fucilati dalle Brigate nere nei pressi della stazione ferroviaria di San Donà di Piave; all’esecuzione scampò miracolosamente Bruno Bonfante, fratello di Angelo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio Buran, Lucilio Cavezzan, Luigi Casonato, Francesco Rorato, Giovanni Rorato, Franco Burin, Lino Trentin

01/10/1944, Cessalto (TV)

I fascisti arrivati nel territorio del Comune di Cessalto, su suggerimento di un delatore, organizzatisi con le Brigate nere di Treviso, Oderzo e i marò della X Mas di San Donà di Piave tesero un’imboscata a due brigate di partigiani, la “Furlan” di Motta di Livenza e la “Veneziano” del Pordenonese, che erano confluiti per recuperare materiale da un aviolancio alleato. La mattina del 2 ottobre, quando i camion dei fascisti lasciarono il paese, agli abitanti si presentò uno spettacolo macabro e desolante: i corpi dei partigiani uccisi erano sparsi per le vie del centro.

 

 

 

 

 


Portogruarese

Mario Brussolo

25/09/1944, località Sette Sorelle

Su ordine del comando germanico con sede a Ceggia, venne impiccato ad un albero dopo un’imboscata per ritorsione, accusato con un gruppo di partigiani di aver aggredito un ufficiale tedesco.

 

 

 

 

Olivo Bravin – 12/06/1915

23/04/1945, Teson

Partigiano morto in combattimento.

 

 

 

 

 

 

 

Luigi Gobesso – 31/12/1933

07/09/1944, Teson

Non ancora undicenne, venne assassinato a sangue freddo e senza nessun apparente motivo durante un’operazione di rappresaglia nei confronti del padre, noto attivista antifascista.

 

 

 

 

Ampelio Iberati – 04/02/1917, Portogruaro

Antonio Pellegrini – 30/07/1922, Treviso

Bernardino Vidori – 19/01/1916, Valdobbiadene (TV)

18/12/1944, Portogruaro

Questi tre partigiani furono impiccati ai lampioni di piazza della Repubblica, dopo essere stati torturati e seviziati nel luogo di detenzione.

 

 

 

 

 

 

Domenico Carolo “Fiocco” – 29/10/1925, Cinto Caomaggiore

Luigi Defend “Stalin” – 09/03/1923, Sesto al Reghena (TV)

Egidio Moro “Tempesta” – 07/06/1925, Cinto Caomaggiore

29/03/1945, Portogruaro

Questi tre partigiani vennero accusati di maltrattamenti nei confronti di presunte spie. Essi vennero condotti dietro il muro di cinta del cimitero di Portogruaro e fucilati.

 

 

 

 

 

 

Sedon Karakasin – Dingali, India

27/02/1944, Vado

Militare alleato, riuscì a fuggire dal campo di concentramento di Villanova; venne inseguito da un fascista locale e successivamente ferito a morte durante un conflitto a fuoco. In seguito al divieto fascista di pubbliche esequie, si ebbe in Portogruaro una sollevazione popolare che causò alcuni arresti tra i dimostranti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Pitacco – Latisana (UD)

Giuseppe Simonin – Latisana (UD)

07/12/1944, Fossalta di Portogruaro

Partigiani militanti nella Brigata Silvio Marcuzzi. Facevano da staffetta con le brigate della montagna, in quanto in possesso di una motocicletta; vennero catturati da un reparto tedesco. Dopo varie sevizie e torture, vennero condotti nei pressi del cimitero e fucilati; a nulla valsero i tentativi di un sacerdote e del vescovo di Concordia affinché si istituisse un regolare processo.

 

 

 

 

 

 

Egidio Dal Ben “Tempesta” – 23/03/1926, Cintello di Teglio Veneto

09/12/1944, Gruaro

Venne ucciso a colpi di mitra in uno scontro a fuoco con i fascisti delle Brigate nere del territorio. Qualcuno sostiene che “Tempesta” al momento di essere fucilato abbia gridato “A morte il fascismo, viva l’Italia libera”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Giodo Bortolazzi – 06/07/1926, San Donà di Piave

Angelo Antonio Cossa “Remmit” – 04/01/1921, Bultei (SS)

Giuseppe De Nile – 20/03/1923, San Chirico Raparo (PZ)

Alfredo Fontanel “Fulmine” – 13/09/1926, Pramaggiore

Bachisio Pau “Valerio” – 20/03/1923, Buddusò (SS)

Flavio Luigi Stefani – 03/05/1923, San Donà di Piave

Casimiro Benedetto Zanin – 08/01/1924, San Donà di Piave

Michail Zinowski “Marcello” – 1917, Kiuka (ex Unione Sovietica)

27/11 – 02/12/1944, Blessaglia di Pramaggiore

Queste otto vittime partigiane vennero catturate, torturate e poi impiccate dai comandi SS con sede a Motta di Livenza e Pravisdomini; i loro corpi furono lasciati esposti appesi ai platani per tre giorni, lungo la statale Postumia.